Da quando mi sono ancora più intimamente avvicinata alla cucina vegetariana/vegana ho iniziato un rapporto pressochè quotidiano con il latte di soia ; lo uso nelle più svariate ricette, e pur essendo l'immagine della foto puramente indicativa non essendo ancora arrivata a berlo dal bottiglione con la cannuccia, ormai si trova sempre nel mio frigo. Ma di pari passo alla mia dipendeza da LDS è cresciuta anche la mia attenzione alla questione economica della cosa. Ma perchè cavolo è così caro?
La risposta l'ho scoperta da pochissimo, leggendo questo articolo qui. Il latte di soia è considerato un bene di lusso. Un bene di lusso...il latte di soia? Uh? Il mio concetto di lusso implica qualcosa come una casa di proprietà sulle sponde del Lake Tahoe dotata di salone luminosissimo con camino e open bar dalle 18 in poi anche il Mercoledì, non di certo un bel bicchierone di latte di soia. E le persone che sono allergiche al lattosio? Sono rimasta basita, ma tant'è. Come bene di lusso viene tassato, quindi, è caro. Al che ho iniziato a documentarmi e con grande piacere e per la buona pace dei miei risparmi, ho scoperto che esiste una soluzione: autoprodurlo.
La risposta l'ho scoperta da pochissimo, leggendo questo articolo qui. Il latte di soia è considerato un bene di lusso. Un bene di lusso...il latte di soia? Uh? Il mio concetto di lusso implica qualcosa come una casa di proprietà sulle sponde del Lake Tahoe dotata di salone luminosissimo con camino e open bar dalle 18 in poi anche il Mercoledì, non di certo un bel bicchierone di latte di soia. E le persone che sono allergiche al lattosio? Sono rimasta basita, ma tant'è. Come bene di lusso viene tassato, quindi, è caro. Al che ho iniziato a documentarmi e con grande piacere e per la buona pace dei miei risparmi, ho scoperto che esiste una soluzione: autoprodurlo.
Prima di questa impresa non avevo mai avuto a che fare con il mondo dell'autoproduzione, e mi sembrava che per farne parte si dovesse avere una qualche conoscenza atavica. Poi in rete ho trovato le più articolate spiegazioni e la cosa sembrava più semplice del previsto. Questo, unito alla tirchiaggine e soprattutto all'allure miracolosa del fatto di poter produrre latte pur non essendo né una mucca né munita di cosmiche tette per allattare prole, hanno dato una sferzata a tutti i miei dubbi, e mi sono decisa a recarmi dal fido rivenditore di prodotti eco-bio a comprare i semi di soia . E già qui si parte bene con la prima piacevole scoperta: aver finalmente capito cosa fossero quei bitorzoli gialli simili ai ceci che si trovavano nella dispensa a casa di mio babbo da circa 10 anni, ormai conservati per perpetrare la memoria storica.
Tornata a casa mi sono messa subito al lavoro, ed ovviamente il primo risultato è stato 'na schifezza troppo giallastra. Ciò non ha assolutamente scalfito la mia determinazione, e non al secondo, bensì al terzo tentativo, mi è venuto un latte di soia degno di questo nome.
A mente fredda posso dire che la procedura non è assolutamente difficile, basta avere un po' di tempo a disposizione e dosare bene l'acqua.
E credetemi, una volta che filtrato il liquido nel colino "imbottiglierete" il vostro primo latte di un bel bianco pallido, il sentimento che proverete potrà essere paragonabile solo a quello di Al Bano e Romina che scostando le tende, vedono la pioggia che scende. Pura Felicità.
100 gr. di Soia Gialla
Acqua
Tempo: Una notte per l' ammollo + 40 min. circa
- Si prende la Soia e la si mette in ammollo per circa 16-18 ore coprendola con 400 ml. di acqua fredda che dovrà essere cambiata almeno una volta. Da notare che se è estate i tempi di ammollo si riducono a circa 10 ore. In linea di massima sarà pronta quando riuscirete a spezzare i semi con facilità.
- Una volta completato l'ammollo, volendo si può procedere a sbucciarli. Onestamente, io non l'ho fatto, il risultato (dopo varie fatiche) è stato comunque ottimo. Per chi avesse co'tanta pazienza si procede come quando si mangiano i lupini, prendendo il seme tra due dita e facendolo sgusciare via dalla buccia.
- A questo punto si scolano i semi e si frullano con 300 ml di acqua bollente. Viene una poltiglia schiumosissima. Va bene così.
- La si mette sul fuoco in una pentola con 1 litro di acqua, si porta a bollore e si lascia bollire per 15 min, girandola di tanto in tanto affinchè non si attacchi e schiumandola un po' (anche solo per per darvi un tono di chi sa quello che sta facendo).
- Una volta passato questo tempo si filtra il liquido attraverso un colino a maglie fitte ed un panno pulito, non lavato con saponi chimici, e di colore bianco, senza coloranti che possano stingere. Io ho comprato delle garze sterili in farmacia ed ho tagliato la testa al toro.
Quello che rimane nel colino si chiama Okara, pare sia ottimo per fare polpette o hamburger. Al momento in cui scrivo il mio è ancora in frigo, e mi chiedo quanto ci rimarrà.
Si imbottiglia il latte e via, per 3 giorni, ossia prima della scadenza, potremo goderci questo lusso.
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