Dunque, questa ricetta andrà a fare parte di una rubrica che mi è venuto in mente di creare una sera a cena fuori con le mie amiche. Tra l'ultimo aggiornamento di chi fosse nuovamente incinta e la nomina della qualità fisica che avremmo voluto avere dove la gamba lunga ha vinto a mani basse, siamo finite a parlare dei vari rimedi alla colite (momenti sempre alti nelle nostre cene) e quindi di alimentazione vegetariana/vegana. E qui una delle amiche se ne esce con questa affermazione "naaa, io sai, la cucina vegetariana non la tratto molto".
La mia mente si è quindi dissociata un attimo dalla conversazione, il mio viso inebetito ha assunto l'espressione di chi non capisce proprio quello che gli è appena stato detto. Poi sono come rinvenuta, e l'unica risposta che mi ronzava nella testa ad un'affermazione del genere era quella che l'illustre Maccio Capatonda restituisce all'egregia Pina Sinalefe quando questa gli dice che "lo ama di meno".
Mi è sembrata veramente una stranezza. Senza dover far troppi sforzi a cercare ricette esotiche o ardite, la nostra cucina tradizionale offre un'infinita varietà di ricette vegetariane, se non addirittura vegane, che tali nascono senza neanche aver bisogno di essere adattate.
Quindi ho deciso di raccoglierle in questa rubrica, anche un po' per avere una scusa per dedicarmi alle ricette tradizionali, che come si tratta di usanze, storia e tradizioni io mi sciolgo come un cioccolatino dimenticato nella tasca dei pantaloni in Agosto.
Sono voluta partire da una ricetta tipica delle parti mie, ossia della regione che è la California dell'Italia, per dirla come un mio amico di Torino: La Toscana.
La ribollita, tipico piatto di tradizione "povera" è diventata famosa sotto questo nome grazie ai Fiorentini, ma ovviamente veniva fatta e rifatta un po' da tutti gli abitanti del contado toscano, e che pare affondi le radici addirittura nella tradizione etrusca. Ribollita, appunto, perchè si prendeva la zuppa del giorno prima e si aggiungevano cose nuove, se ce n'erano, e si bolliva nuovamente aggiungendo il pane raffermo. Ogni famiglia ha le sue varianti e differenti modi di cucinarla. Io vi propongo questa versione che ho trovato in un vecchio libro di cucina tipica delle mie parti.
Ingredienti:
200 gr. di Fagioli Cannellini Secchi
100 gr. di Patate
200 gr. di Zucchine
200 gr. di Carote
250 gr. di Cavolo nero
250 gr. di Cavolo verza
1 Cipolla rossa
1 spicchio di Aglio
2 coste di Sedano
200 gr. di pomodori pelati
200 gr. di pane scuro (possibilmente toscano)
6 Cucchiai di olio EVO
timo, prezzemolo, basilico
sale e pepe
Tempo: (Una notte di ammollo + 1 ora di cottura dei fagioli )
40 min. + 1 ora
Ingredienti:
200 gr. di Fagioli Cannellini Secchi
100 gr. di Patate
200 gr. di Zucchine
200 gr. di Carote
250 gr. di Cavolo nero
250 gr. di Cavolo verza
1 Cipolla rossa
1 spicchio di Aglio
2 coste di Sedano
200 gr. di pomodori pelati
200 gr. di pane scuro (possibilmente toscano)
6 Cucchiai di olio EVO
timo, prezzemolo, basilico
sale e pepe
Tempo: (Una notte di ammollo + 1 ora di cottura dei fagioli )
40 min. + 1 ora
- Si ammollano i fagioli la notte precedente in acqua fredda, volendo anche in frigo per evitare che fermentino. Il giorno dopo si cuociono in abbondante acqua per circa un'ora, o fino a quando saranno teneri. Si tengono da parte assieme all'acqua di cottura.
- Si inizia facendo un trito di cipolle, carote e sedano.
- Si tagliano le patate e le zucchine a dadini. Si pulisce il cavolo nero e la verza eliminandone le coste e si tritano grossolanamente.
- Si sminuzzano tutti gli odori.
- In una pentola capiente capace di raccogliere tutti gli ingredienti si inizia facendo un soffritto di cipolle, carote e sedano.
- Si aggiungono poi le altre verdure, insieme all'aglio, al timo e gli altri odori. Si aggiusta di sale e pepe e si fa stufare il tutto.
- Nel frattempo si mettono nel mixer 2/3 dei cannellini con parte della loro acqua.
- Si aggiungono i pomodori pelati, i cannellini interi con la restante acqua e quelli mixati.
- Si lascia cuocere per un ora circa.
- Una volta pronto si taglia il pane a fette sottili che si metterà in fondo alla zuppiera o nei singoli piatti. Sopra si versa la zuppa.
Assolutamente da provare anche fredda!
Già dalla parola "troiaio" che avevo letto nel tuo "Su di me" ti avevo beccata perché eh, si, le toscane tra di loro si riconoscono subito: basta un temine come troiaio per fregarti. Complimenti per il blog. Io non mangio carne da 37 anni e quindi leggerò con piacere le tue ricette e poi mi piace come scrivi e già questo da solo basterebbe. Lieta di averti trovata
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